In questo numero di APREbrussels: i Programmi di lavoro 2023-24 arrivano a fine novembre; di nuovo scontro tra Parlamento e Commissione sullo European Innovation Council; tutti i nomi dei nuovi Mission board, associazioni di Canada e Nuova Zelanda a Horizon: via ai negoziati |
I Programmi di lavoro 2023-24 saranno pubblicati a fine novembre – Il 25 novembre è la data al momento fissata dalla Commissione europea per la pubblicazione dei Programmi di lavoro di Horizon Europe per il biennio 2023-24. Le bozze dei documenti hanno superato la consultazione interservizi interna alle diverse DG dell’esecutivo e passano ora nuovamente nelle mani delle delegazioni degli Stati membri per un ultimo giro di commenti. Nelle prossime settimane quasi tutte le configurazioni tematiche del Comitato di programma torneranno a riunirsi – per lo più in modalità online – per discutere le ultime modifiche ai testi, prima dell’adozione – prevista per ottobre – e della pubblicazione dei documenti finali. Le attività del Comitato di programma previste in autunno si concentreranno inoltre sulla preparazione del piano strategico 2025-27, il documento che fisserà gli orientamenti di ricerca e innovazione europea per l’ultimo triennio di Horizon Europe: la ripresa della discussione dopo la pausa estiva è prevista oggi, alla riunione della configurazione strategica.
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Riprende il confronto-scontro tra Parlamento e Commissione sullo European Innovation Council – Prosegue il dibattito tra Commissione e Parlamento sull’implementazione dello European Innovation Council e la gestione dell’EIC Fund, l’organismo istituito in Horizon Europe con il compito di assegnare finanziamenti in equity nell’ambito dell’EIC Accelerator. Nel corso dell’ultima riunione della Commissione ITRE, Signe Ratso, nuova direttrice generale della DG R&I nominata ad interim ad inizio settembre, ha ricordato che la Commissione lavora per completare la ristrutturazione dell’EIC Accelerator il prima possibile. Il piano – almeno come soluzione transitoria - è di istituire un fondo d’investimento alternativo all’EIC Fund gestito da un soggetto esterno alla Commissione (idealmente la Banca europea per gli investimenti), mettendo così in pratica entro la fine dell’anno il principio di gestione indiretta dei finanziamenti in equity invocato dalla direzione generale bilancio dell’esecutivo Ue. Le rassicurazioni non hanno tuttavia convinto gli europarlamentari, estremamente preoccupati per le conseguenze che i ritardi stanno causando alle start-up europee e critici nei confronti delle soluzioni proposte dalla Commissione. Inquietudini sintetizzate efficacemente dall’eurodeputato tedesco Christian Ehler, autore della bozza di relazione sulla gestione dell’EIC Fund e sulla complessiva implementazione dell’EIC
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I prossimi passi e le (drastiche) soluzioni proposte del Parlamento – La bozza di relazione presentata da Ehler ha raccolto i primi emendamenti da parte dei membri della commissione ITRE. Presenti anche le istanze italiane grazie all’intervento dell’eurodeputata Patrizia Toia (S&D), promotrice di un approccio di finanziamento che non sia focalizzato unicamente sulle tecnologie disruptive, ma abbracci una definizione più ampia di innovazione e favorisca così anche il progresso alimentato dalle PMI, in linea con le disposizioni del regolamento di Horizon Europe. Gli emendamenti verranno ora analizzati e poi votati dalla Commissione ITRE nelle prossime settimane: il testo finale arriverà quindi per l’approvazione definitiva alla seduta plenaria dell’Eurocamera, che dovrebbe adottarlo nella riunione di fine novembre. Nel frattempo, il dibattito si è soffermato anche sulla possibilità di affidare l’attuazione dell’EIC Accelerator ad un’agenzia autonoma istituita sulla base dell’art. 187 del Tfue (la stessa base legale utilizzata per la costituzione delle Joint Undertaking) e di bloccare i finanziamenti dell’EIC Accelerator per il 2023. Due soluzioni drastiche fortemente promosse dall’eurodeputato Ehler che tuttavia difficilmente troveranno l’appoggio degli Stati membri: si tratta infatti di soluzioni che, per essere attuate, richiederebbero tempi lunghi e negoziazioni difficoltose, allungando così i ritardi nell’erogazione dei finanziamenti alle imprese e start-up vincitrici dei bandi.
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L’EIC annuncia I vincitori di 160 Seal of Excellence e i finalisti del premio Capital of Innovation – L’European Innovation Council ha premiato con il Seal of Excellence 160 aziende selezionate nel cut-off di marzo 2022. I progetti premiati sono stati valutati positivamente ma, per mancanza di budget, non hanno ricevuto il finanziamento. Il riconoscimento della Commissione dovrebbe aiutare le aziende nella ricerca di finanziamenti alternativi pubblici e privati: il SoE nasce infatti per incentivare la sinergie tra programmi europei e nazionali, facilitando e velocizzando l’accesso alle risorse per i progetti che superano gli elevati standard di valutazione del Programma quadro. Parallelamente, sono state annunciate le città finaliste per l’edizione 2022 del premio European Capital of Innovation (iCapital). Delle dodici città preselezionate, sei ambiscono al titolo di Capital of Innovation, mentre le restanti sei concorrono nella categoria European Rising Innovative city. I tre finalisti per ogni categoria verranno annunciati nel corso dell’EIC Summit di dicembre. Il primo premio ammonta a 1 milione di euro per la categoria Capital of Innovation e a 500 mila euro per la categoria Rising Innovative city. A concorrere per quest’ultimo premio presente anche la città di Padova, l’unica candidatura italiana selezionata per accedere alla finale del premio
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Nominati i nuovi board delle missioni – La Commissione europea ha annunciato la settimana scorsa i nomi dei componenti dei nuovi board delle cinque missioni di Horizon Europe. Ogni board disporrà di quindici esperti – incluso il presidente del board – e avrà il compito, in questa fase, di promuovere l’iniziativa tra i cittadini e di consigliare la Commissione sulle modalità di implementazione delle missioni. I board rimarranno in carica fino al 2025 ed includono esperti provenienti da settori differenti: imprenditoria, amministrazione pubblica, cultura, scienza e organizzazioni civili. Tra le nomine italiane figurano Walter Ricciardi (confermato presidente del board sulla missione sul cancro), Antolenna Morgillo (missione cambiamento climatico), Maria Cristina Pedicchio (confermata nel board della missione sugli oceani) e Albero Francesco Anfossi (missione smart cities). Il lavoro dei cinque board verrà lanciato in occasione degli European Research and Innovation Days, che si terranno il 28 e 29 settembre in modalità online
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Associazioni di Canada e Nuova Zelanda a Horizon: via ai negoziati – Il Consiglio ha adottato la scorsa settimana le decisioni che autorizzano la Commissione ad avviare i negoziati di associazione ad Horizon Europe di Canada e Nuova Zelanda – l’associazione di paesi ad alto potenziale di R&I e fuori dall’orizzonte geografico europeo è stata una delle principali novità legislative introdotte da Horizon Europe. Nel caso della Nuova Zelanda, la Commissione dovrà consultare nel corso delle negoziazioni il gruppo consiliare sull’Asia-Oceania per le questioni relative ai principi generali di partecipazione del paese nei programmi dell’Ue. Le trattative con il Canada faranno invece riferimento al gruppo consiliare sulle relazioni transatlantiche. Comune invece per entrambe le negoziazioni il gruppo ricerca, consultato per definire le condizione specifiche di associazione dei due paesi ad Horizon Europe. Ottenuto il via libera dal Consiglio, la Commissione può ora esplorare le opzioni di associazione dei due paesi. Secondo alcune anticipazioni, Canada e Nuova Zelanda potrebbero optare per un’associazione parziale, aderendo solo al secondo pilastro di Horizon - una condizione che non sembra soddisfare le comunità di ricerca nei due paesi.
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Regno Unito in Horizon Europe: cambia il governo ma non le prospettive di associazione – Si torna a parlare di Liz Truss, la prima ministra inglese nominata recentemente alla guida del governo britannico. Il cambio di esecutivo ha infatti riportato l’attenzione sulla sospesa associazione del Regno Unito al Programma quadro. Le prospettive rimangono tuttavia negative, specialmente considerando la decisione della stessa Truss – ai tempi ministro degli esteri - di indirizzare alla Commissione una consultazione formale sulla questione, il meccanismo legale previsto nell’Accordo di cooperazione tra Ue e Regno Unito (TCA) per risolvere eventuali dispute tra le parti. Nel frattempo, il governo del Regno Unito ha esteso il meccanismo di finanziamento a supporto dei ricercatori britannici coinvolti nelle proposte Horizon Europe: la copertura includerà tutti i progetti Horizon presentati entro il 31 dicembre 2021. In attesa di conoscere le sorti dell’accordo sull’associazione, la Gran Bretagna rimane infatti paese terzo: può quindi prendere parte alle proposte senza tuttavia avere la possibilità di coordinare il progetto né di accedere ai finanziamenti.
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Il discorso sullo Stato dell’Unione, pronunciato stamattina dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen a Strasburgo. Tutti gli approfondimenti e le ricadute in materia di R&I nel prossimo numero di APREbrussels del 27 settembre |
Semiconduttori, idrogeno e tecnologie quantistiche: l’Ue a confronto con gli Stati Uniti – Il panorama della ricerca europeo è solito confrontarsi con la controparte americana, l’unico paese in grado di eguagliare l’Unione europea in termini di politiche e investimenti a supporto di ricerca e innovazione. Le due potenze condividono infatti valori e obiettivi, trovandosi ad affrontare contemporaneamente le medesime priorità strategiche, generalmente dettate dal contesto geopolitico in cui operano. Gli attuali temi di confronto a forte connotazione scientifica sono principalmente tre: i semiconduttori, l’idrogeno e la tecnologia quantistica.
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I semiconduttori tra cooperazione e competizione transatlantica – Mentre il Parlamento europeo discute (con qualche riserva sui finanziamenti) il Chips Act – l’ambizioso piano avanzato dalla Commissione per rafforzare la produzione europea di semiconduttori – gli Stati Uniti si preparano ad implementare il Chips and Science Act 2022. La strategia, approvata lo scorso agosto, mobiliterà 50 miliardi di dollari per catalizzare l’industria americana dei semiconduttori e contrastare così l’egemonia cinese nel settore. Ad un primo sguardo, potrebbe sembrare una politica industriale “America-first”, potenzialmente in competizione con il piano europeo, simile in termini di scala (la Commissione prevede di mobilitare 43 miliardi euro tra risorse pubbliche e private) e obiettivi. Le misure incluse nel piano non escludono tuttavia le collaborazioni internazionali con i paesi alleati. In particolare, il governo americano prevede di investire 500 milioni di dollari nei prossimi cinque anni per coordinare gli interventi nel settore dei semiconduttori a livello internazionale. Una collaborazione che potrebbe anche includere il tema degli standard, come previsto dalla piattaforma di cooperazione UE-USA Trade and Technology Council (TTC). C’è quindi spazio, sostengono gli esperti, per sviluppare delle sinergie transatlantiche che favoriscano una competizione produttiva anziché delle sovrapposizioni potenzialmente dannose (specialmente considerando gli obiettivi comuni).
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Investimenti nell’idrogeno e nelle tecnologie quantistiche a rischio esodo verso gli Stati Uniti – Se per i semiconduttori la cooperazione transatlantica sembra possibile, diverso è il discorso per i settori dell’idrogeno e delle tecnologie quantistiche. Con riferimento all’idrogeno, l’approccio europeo alla regolamentazione del settore rischierebbe di causare un esodo a favore degli Stati uniti. L’associazione Hydrogen Europe ritiene infatti che l’attuale proposta della Commissione per rivedere la direttiva sulle fonti energetiche rinnovabili disincentivi gli investimenti nell’idrogeno verde europeo. Il testo in esame prevede infatti che i produttori di idrogeno verde dispongano di un impianto dedicato alla produzione di energia rinnovabile, senza la possibilità di acquistare l’energia dai fornitori esterni. Un imposizione che, secondo l’associazione, favorirebbe investimenti a favore del mercato americano dove la regolamentazione risulta più favorevole. Discorso analogo per il settore delle tecnologie quantistiche: secondo uno studio firmato McKinsey, l’Europa è terreno fertile per le start-up specializzate nelle quantistica ma risulta carente sul piano delle risorse. Sebbene infatti il 25% del totale delle aziende attive nel settore risieda in Europa, il Vecchio continente ha investito solo 249 milioni di dollari rispetto agli oltre 2 miliardi di dollari spesi a favore del comparto americano (dati riferiti al periodo 2001-2021). Nuovamente, una condizione che rischia di avvantaggiare l’ecosistema degli Stati Uniti, drenando talenti dall’Europa
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4 ottobre: l’evento annuale del GIURI – Il GIURI torna a organizzare in presenza il proprio evento annuale, intitolato quest’anno “The EU path to autonomy and reslience: exploring the key role of research and innovation”. L’evento si terrà il 4 ottobre (16:30 – 18:30) presso la sede della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles. L’iniziativa si concentrerà stavolta sul contributo che le azioni e gli strumenti di ricerca e innovazione possono offrire agli obiettivi di autonomia strategica e di resilienza dell’Unione europea, guardando in particolare agli esempi delle azioni intraprese nel settore dei semiconduttori e dell’energia solare. L’evento è aperto alla comunità di ricerca e innovazione italiane e internazionale, e prevede una tavola rotonda di discussione e un ricevimento conclusivo di networking. Hanno confermato la partecipazione come relatori, tra gli altri, Joanna Drake, Vice direttrice generale della DG R&I della Commissione, e Stefano Verrecchia, Rappresentante permanente aggiunto presso l’Ue. Ci si può registrare qui – l’agenda dell’iniziativa verrà diffusa nei prossimi giorni.
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Il GIURI è il network che riunisce gli uffici di collegamento e rappresentanza degli stakeholder italiani a Bruxelles attivi nell’ambito della ricerca e dell’innovazione. APRE riveste attualmente il ruolo di coordinatore del network. Per maggiori informazioni, potete scrivere all’indirizzo bruxelles@apre.it o visitare la pagina del GIURI su LinkedIn
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Dal PNRR 20 milioni per la partecipazione italiana alla KDT JU – Il Ministero dello sviluppo economico ha recentemente adottato un decreto che assegna 20 milioni di euro per cofinanziare la partecipazione delle imprese italiane nei progetti europei a tema semiconduttori. In particolare, la misura sosterrà i progetti selezionati a livello europeo nell’ambito della Key Digital Technologies Joint Undertaking (KDT JU). Le risorse rientrano nell’ambito dei finanziamenti PNRR che il Ministero ha stanziato a supporto della ricerca e dell’innovazione: all’incirca 200 milioni di euro. Le imprese selezionate dovranno presentare le proposte definitive dei loro progetti entro il prossimo 21 settembre, mentre i termini e le modalità di presentazione delle richieste di agevolazione verranno indicate con un successivo provvedimento
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