In questo numero di APREbrussels: Marc Lemaître è il nuovo Direttore generale di DG R&I; le posizioni del Parlamento europeo sul Chips act; Horizon Europe: le Missioni verso la prima valutazione; la Commissione si prepara a negoziare nuove associazioni; lo studio ERC sul ruolo della ricerca fondamentale nello sviluppo di nuovi brevetti. |
Marc Lemaître è il nuovo Direttore generale di DG R& – A sei mesi dalle dimissioni di Jean-Eric Paquet - Direttore generale della DG Ricerca e Innovazione dal 2018 - arriva un nuovo direttore per prendere le funzioni fino ad oggi affidate ad interim a Signe Ratso. Nel corso del Collegio dei Commissari riunitosi mercoledì primo febbraio 2023, la Commissione europea ha nominato Marc Lemaître Direttore generale della DG Ricerca e Innovazione. Economista di formazione e lussemburghese di nazionalità, il nuovo Direttore vanta oltre 25 anni di esperienza nell’ambito delle politiche europee, di cui 15 anni come dirigente presso la Commissione europea. Nel 2016 è stato nominato Direttore generale della DG REGIO (politiche regionali e urbane), contribuendo allo sviluppo e all’implementazione di politiche volte a ridurre le disparità tra le regioni europee. Precedentemente, ha guidato i gabinetti di tre commissari differenti: il commissario per il Budget e la programmazione finanziaria Janusz Lewandowski e i commissari per le politiche regionali Pawel Samecki e Danuta Hübner. Prima di entrare a far parte della Commissione, ha lavorato per il ministero degli affari esteri lussemburghese - occupandosi principalmente di sviluppo e cooperazione – e per la Rappresentanza Permanente di Lussemburgo all’Ue. Nel periodo speso presso la Rappresentanza, Lemaître ha seguito le negoziazioni del budget Ue di lungo termine per il periodo 2007-2013.
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Le posizioni del Parlamento europeo sul Chips act – La Commissione ITRE del Parlamento europeo ha adottato la settimana scorsa la propria posizione sul Chips Act, il piano per rafforzare le capacità tecnologiche e produttive del Continente nel settore dei semiconduttori. Parallelamente, gli eurodeputati hanno approvato anche il parere sul regolamento istitutivo della Chips Joint Undertaking, il nuovo partenariato istituzionalizzato di Horizon Europe - nato dalle ceneri della JU sulle Key Digital Technologies (KDT) - che investirà nello sviluppo di un ecosistema innovativo europeo per il design e la produzione di semiconduttori. Con riferimento al Chips Act, il Parlamento ha sottolineato la necessità di trovare risorse aggiuntive per finanziare gli ambiziosi obiettivi del piano, potenzialmente ricorrendo ad una ricollocazione dei fondi di Horizon Europe. Gran parte del budget attualmente previsto per l’iniziativa – 3.3 miliardi di euro – verrà infatti destinato alle attività della Chips JU, il braccio operativo pensato per supportare ricerca e innovazione nel settore dei semiconduttori europeo. Le posizioni della Commissione ITRE passeranno ora per il voto della sessione plenaria, prevista dal 13 al 16 febbraio a Strasburgo. Se approvate, il Parlamento potrà iniziare le negoziazioni con il Consiglio – gli Stati membri si erano pronunciati sul Chips Act a dicembre scorso.
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Chips JU, gli eurodeputati chiedono semiconduttori di nuova generazione e centri di competenza – Guardando più nello specifico al regolamento per la Chips Joint Undertaking, il Parlamento propone di focalizzare le attività del partenariato sui semiconduttori di nuova generazione e i chips quantici. Presentata anche la proposta per istituire una rete di centri di competenza per formare lavoratori specializzati e attrare nuovi talenti che contribuiscano alla ricerca, al design e alla produzione dei semiconduttori europei. Queste due misure, unite agli investimenti nella ricerca e nelle capacità innovative del Continente, dovrebbero garantire l’autonomia strategica dell’Ue nel settore, specialmente per quanto riguarda i semiconduttori di nuova generazione. Il mercato in questione presenta infatti elevate barriere d’entrata: la fabbricazione dei semiconduttori tradizionali richiede conoscenze e capacità produttive difficilmente accessibili nell’immediato. Focalizzare gli interventi sul futuro dei semiconduttori consentirebbe quindi all’Ue di affermarsi sul mercato pur non disponendo della storicità produttiva dei principali attori del settore.
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Terre rare e circolarità dei materiali tra le priorità per al R&I europea nel 2023 – I piani della Commissione per rafforzare l’autonomia strategica del Continente passano inevitabilmente per la questione delle terre rare e della circolarità dei materiali. Le tecnologie verdi – settore di punta dell’industria europea – richiedono infatti un apporto notevole di materie prime, come sottolineato recentemente da Eurofer e Wind Europe, le due associazioni europee che rappresentano rispettivamente l’industria dell’acciaio e quella dell’eolico. Il comunicato congiunto si sofferma sulla necessità di garantire a livello europeo l'accesso a tutti i materiali critici per eolico e acciaio, aumentando la produzione interna, migliorando le capacità di raffinazione e incentivando l’utilizzo di soluzioni circolari e innovative. Un primo importante contributo sul tema è atteso nel mese di marzo, quando la Commissione presenterà il Critical raw materials act. Il piano, tra le altre cose, incentiverà la ricerca e l’innovazione per sviluppare soluzioni alternative all’estrazione tradizionale delle materie prime.
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L’ERA roadmap industriale per le tecnologie circolari – Sul fronte della circolarità, la Commissione ha recentemente presentato una roadmap industriale nell’ambito dell’Europea Research Area (ERA). Il documento identifica le tecnologie e le innovazioni chiave per incrementare la circolarità di tre settori: il tessile, le costruzioni e l’industria ad elevata domanda energetica. Incrementare la circolarità dell’industria europea ha una valenza economica, climatica e strategica: consente di incrementare la competitività del Continente, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi climatici e permette di ridurre la pressione sull’importazione di risorse naturali. Guardando al design dei prodotti, la mappa suggerisce di investire sulla ricerca di nuovi materiali e sullo sviluppo di modelli che tengano conto del ciclo di vita degli stessi. Fondamentale – si legge nel documento - favorire l’adozione di tecnologie digitali che consentano di tracciare i prodotti e collezionare dati sul loro utilizzo, specialmente nella fase di smaltimento. Infine, con riferimento al riciclo, la mappa evidenzia l’importanza delle attività di raccolta, smistamento e disassemblaggio: tre attività che possono essere migliorate attraverso l’impiego di nuove tecnologie.
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I primi progetti a supporto dell’Innovation Agenda – Procede spedita l’implementazione della New European Innovation Agenda – adottata nel 2022 dalla Commissione europea e concepita come strumento per rendere l’Europa protagonista sulla scena mondiale dell’innovazione. La ha recentemente presentato i primi progetti finanziati nell’ambito dell’Ecosistema europeo dell’Innovazione e che contribuiranno a tre degli obiettivi principali della citata Agenda: favorire la crescita di imprese innovative a tecnologia avanzata; incentivare l’innovazione attraverso spazi di sperimentazione e appalti pubblici innovativi; rafforzare gli ecosistemi dell'innovazione in tutta l'Ue contribuendo a colmarne il divario. Le informazioni relative ai progetti finanziati sono disponibili all’interno del nuovo European Innovation Ecosystems Data Hub, strumento che consentirà di monitorarne lo stato di avanzamento e di individuare partner di valore e territori chiave. Un ulteriore strumento a sostegno degli innovatori europei è l’Innovation Radar – un archivio pubblico contenente i risultati innovativi di progetti ad alto potenziale finanziato dall’Ue nell’ambito R&I e che, nel 2023, ha raggiunto quota 10.000. Dal 2015, infatti, l’Innovation Radar facilita l’accesso ai dati e il contatto tra innovatori ed investitori, contribuendo a ridurre i tempi di immissione sul mercato delle innovazioni finanziate dall’Ue.
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Le Missioni verso la prima valutazione – Le Missioni di Horizon Europe compiono tre anni e si preparano ad affrontare il primo tagliando: la valutazione di mid-term del Programma quadro guarderà anche – e specialmente - alle cinque Missioni. Concepite per amplificare l’impatto delle politiche di R&I europee - mobilitando autorità nazionali e regionali - le Missioni sembrano ancora lontane dall’ambizioso obiettivo prefissato. Nonostante le ingenti risorse dedicate all’iniziativa - 1,8 miliardi di euro in tre anni – la struttura di governance delle Missioni rimane fragile: coordinare attori politici che operano localmente non è immediato, a maggior ragione se il tema trattato è quello della R&I, spesso di competenza delle autorità nazionali. Mancanza di capacità amministrative e suddivisione dei ruoli confusa sembrano quindi ostacolare l’implementazione delle Missioni, limitando al contempo la portata dell’impatto sulle comunità locali.
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La voce delle università: più ricerca e meno azioni di coordinamento – La questione dell’implementazione delle Missioni non è sfuggita ai principali attori della R&I europea, attualmente impegnati a preparare i contributi per la revisione di mid-term. Dal mondo universitario, l’associazione The Guild sottolinea il successo limitato che numerosi bandi legati alle Missioni hanno riscontrato. Una delle ragioni – si legge nel comunicato – è la mancanza di bandi incentrati sulla ricerca collaborativa, “sacrificati” per lasciare spazio ad iniziative di coordinamento politico. L’associazione raccomanda quindi di riportare il focus delle Missioni sulla ricerca – inclusa quella fondamentale - e di finanziare le iniziative di coordinamento attraverso strumenti differenti. Infine, le università consigliano di includere i bandi delle Missioni direttamente nei Programmi di lavoro dei cluster affini anziché raggrupparli tutti in un documento a sé stante.
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La Commissione si prepara a negoziare nuove associazioni a Horizon Europe – Il Commissario per la R&I Mariya Gabriel è intervenuta nel corso dell’ultima riunione della commissione ITRE del Parlamento europeo. Tra i temi trattati, si è discusso di cooperazione internazionale nella ricerca e dei rispettivi obiettivi per il 2023. Con riferimento all’associazione del Canada ad Horizon Europe, il Commissario Gabriel prevede di concludere le negoziazioni entro i prossimi sei mesi. Le associazioni di Giappone e Sud Corea potrebbero seguire: entrambi i paesi hanno avviato un’esplorazione preliminare che – secondo il Commissario – potrebbe presto passare alla fase di negoziazione. Con riferimento al Giappone, Signe Ratso – ex direttore ad interim della DG Ricerca e Innovazione – ha recentemente concluso una visita a Tokyo per discutere della potenziale associazione ad Horizon Europe. Potenziali sviluppi potrebbero emergere nel corso del prossimo incontro G7 dei ministri della ricerca, pianificato per maggio e ospitato in Giappone. Attese novità anche da Singapore e Australia, due paesi che hanno manifestato informalmente l’interesse ad associarsi a Horizon Europe ma non sono ancora entrati nella fase esplorativa.
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L’EIC chiude il primo cut-off del 2023 e stringe un nuovo partenariato sulle tecnologie verdi – Si è recentemente concluso il primo cut-off per il 2023 dell’EIC Accelerator, il programma europeo a supporto delle start-up. Delle oltre 470 proposte presentate, circa il 60% ha richiesto un finanziamento ibrido: risorse a fondo perduto accompagnate da un investimento nel capitale dell’azienda. I ritardi riscontrati lo scorso anno nel trasferimento delle risorse alle aziende vincitrici – per lo più dovuti a problematiche di gestione interna alla Commissione - non sembrano quindi scoraggiare l’interesse verso l’opzione di finanziamento ibrido. In termini di provenienza geografica, Israele guida la classifica con 65 proposte, seguito da Germania (56), Francia (40) e Italia (33). In attesa dei risultati della selezione – previsti per aprile 2023 - l’EIC continua a tessere la propria rete di partnership. E’ stata infatti annunciata una nuova collaborazione con Cleantech for Europe, l’iniziativa che rappresenta i principali investitori europei attivi nel settore delle tecnologie verdi. L’intesa faciliterà lo scambio di informazioni per favorire una migliore allocazione degli investimenti nel settore, monitorando e analizzando il panorama europeo delle tecnologie verdi.
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Lo studio ERC sul ruolo della ricerca fondamentale nello sviluppo di nuovi brevetti – L’European Research Council ha recentemente presentato uno studio dell’impatto generato dai progetti finanziati dall’agenzia. Degli oltre 6.600 progetti analizzati – per lo più finanziati nel corso del settimo Programma quadro e nelle prime fasi di Horizon 2020 - circa il 40% ha generato dei risultati citati da brevetti registrati. In particolare, i progetti con maggiore impatto sono stati quelli nel settore delle scienze della vita (61% dei progetti citati in un brevetto), seguiti dalla ricerca fisica e ingegneristica. Queste due ultime discipline hanno generato i risultati con maggiore impatto interdisciplinare, venendo citati anche in brevetti attinenti a settori diversi. Interessante anche il dato relativo alla proprietà dei brevetti collegati ai progetti ERC: circa il 50% è di proprietà di aziende private; un dato in netto contrasto con gli standard del settore, dove generalmente la proprietà rimane in mano alle università e ai centri di ricerca che hanno registrato i brevetti. Complessivamente, l’analisi conferma il ruolo centrale della ricerca fondamentale in un contesto climatico e sanitario estremamente instabile. Instabilità che – come sottolineato al World Economic Forum di Davos dal Presidente ERC Maria Leptin – richiede continui investimenti nella ricerca di base.
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Al via il partenariato sulla Blue economy coordinato dall’Italia – Lo scorso 25 gennaio si è svolto a Roma l’evento di lancio della Sustainable Blue Economy Partnership (SBEP): partenariato cofinanziato istituito dalla Commissione europea nell’ambito HE che vede, per la prima volta, un coordinamento italiano sui temi della blue economy, sotto la guida del MUR, e a co-coordinamento norvegese. Con oltre 120 esperti, 60 partner pubblici-privati e 25 Paesi coinvolti, il Partenariato SBEP mira a favorire gli investimenti in R&I, allineando i programmi strategici dei Paesi comunitari e associati, per una transizione giusta e inclusiva verso una blue economy climaticamente neutra e sostenibile, che concili ecologia e sviluppo. L’investimento totale previsto è pari a 450 milioni di euro in sette anni attraverso il lancio di sei bandi cofinanziati per sostenere la programmazione congiunta in R&I sulle aree tematiche prioritarie, con la pubblicazione del primo bando prevista per il prossimo 13 febbraio. Il kick-off meeting si è svolto alla presenza di Mariya Gabriel (Commissione europea), oltre alla partecipazione del dott. John Bell (DG RTD), della dott.ssa Marcella Panucci (MUR) e del ministro norvegese per Pesca e gli Oceani, Bjørnar Skjæran. La ricca agenda prevedeva, inoltre, incontri preliminari a livello tecnico dedicati a volti a proposte operative di cooperazione transazionale.
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Arriva l’acceleratore EIT a supporto dei progetti del New European Bauhaus – Nel tentativo di rafforzare l’implementazione del New European Bauhaus (NEB) - iniziativa annunciata dalla Commissione europea nel 2021 - L’EIT ha recentemente lanciato il NEB Booster 2.0, strumento a sostegno di imprese interessate a sviluppare soluzioni che contribuiscano alla realizzazione di un’Europa più sostenibile ed inclusiva, digitalizzata e ad emissioni zero. Le 20 migliori imprese selezionate beneficeranno di servizi di accelerazione – tra cui business coaching, mentoring, internazionalizzazione e sostegno alla raccolta fondi - e dell'accesso alla vasta rete dell’ecosistema innovativo più importante d'Europa creato dall’EIT, per un valore complessivo di 1 milione di euro che consentirà di sostenere la crescita del loro business. In particolare, l’EIT incoraggia la candidatura di start-up europee capaci di promuovere cambiamenti sostenibili nell’ambito di città, industrie, clima, alimentazione, benessere e qualità della vita in generale, generando un significativo impatto socio-economico e in armonia con i tre principi fondamentali del NEB: sostenibilità, estetica, inclusione. È possibile presentare la propria candidatura entro il 13 marzo 2023.
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