In questo numero di APREbrussels: il primo investimento in equity dello European Innovation Council; la nuova KIC dell’EIT su industrie e settori culturali e creativi; Singapore verso l’associazione a Horizon?; la nuova Agenda per l’innovazione attesa la prossima settimana; sinergie e infrastrutture tra le priorità R&I della Presidenza ceca; Digital Innovation Hubs: “annunciati” i vincitori della call europea |
L’EIC Accelerator prova a ripartire annunciando il primo investimento in equity – Lo European Innovation Council – lo strumento principale di sostegno all’innovazione all’interno del Programma quadro – ha annunciato il primo investimento diretto nel capitale (equity) di un’azienda. La start-up francese SiPearl, selezionata nel cut-off di ottobre 2021 di EIC Accelerator, riceverà 15 milioni di euro sotto forma di equity – in aggiunta al contributo da 2,5 milioni di euro sotto forma di grant erogato il mese scorso - per sviluppare microprocessori ad elevata performance e ridotto consumo energetico destinati al settore dei super computer exascale. Il primo investimento in equity operato dalla Commissione nell’ambito dell’EIC Accelerator arriva a più di un anno dall’avvio dello strumento e dopo una serie di problematiche che hanno rallentato l’implementazione di EIC e l’erogazione dei finanziamenti - la principale relativa alla gestione dell’EIC Fund, l’organismo istituito in Horizon Europe proprio con il compito di assegnare finanziamenti in equity, che la Commissione ha promesso di risolvere temporaneamente con la nomina di un manager esterno a capo del Fondo. Proprio sulle difficoltà attuative dell’EIC il Parlamento europeo ha annunciato a inizio giugno una propria relazione, che sarà coordinata dall’eurodeputato tedesco Christian Ehler.
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Il forte interesse europeo e la performance italiana – Nonostante i ritardi operativi, l’interesse nello strumento, a detta della Commissione, rimane elevato: sono quasi mille le start-up che hanno presentato richiesta di finanziamento per il cut-off di giugno, con il 65% delle aziende interessate allo strumento di finanziamento misto (grant ed equity). L’Italia si posiziona al terzo posto per numero di domande presentate (85), dopo Israele e la Germania: rimane tuttavia da valutare se alla forte partecipazione seguiranno altrettanto solidi risultati (l’esito delle valutazioni di questa tornata è atteso per ottobre 2022). Nei primi tre cut-off di EIC Accelerator sono state solo 6 le aziende italiane selezionate su un totale di 238 beneficiari complessivi: 2 su 65 nella prima tornata di giugno 2021, 3 su 99 nella seconda di ottobre, 1 su 74 nella terza tornata (scadenza a marzo di quest’anno), per un tasso di “rientro” nazionale – in termini di partecipazioni – del 2,5%.
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Start-up e organizzazioni universitarie rimangono critiche – Le difficoltà operative dell’EIC non sono passate inosservate tra gli esperti del settore: la rivista Forbes ha recentemente riportato l’attenzione sulle difficoltà che le start-up selezionate nel cut-off di ottobre 2021 affrontano quotidianamente a causa dei ritardi nell’erogazione delle risorse promesse dalla Commissione. Si tratta di risorse vitali per continuare ad operare nel breve termine, specialmente considerando la riluttanza del mercato privato ad investire nelle start-up ad elevato rischio. Anche la componente universitaria rimane critica nei confronti dell’iniziativa, con particolare riferimento ai programmi Pathfinder e Transition, introdotti rispettivamente per finanziare la ricerca e accompagnare la transizione dal laboratorio al mercato. La rete delle università di ricerca LERU, tra le altre, si sofferma sulla questione della proprietà intellettuale, sostenendo che i progetti finanziati attraverso il Pathfinder e il Transition devono rinunciare all’esclusività sui risultati di ricerca. La Commissione concede delle esenzioni, tuttavia il processo richiede tempo e scoraggia la partecipazione dei partner industriali nei progetti di ricerca. LERU – si legge nel documento – propone quindi di accorciare i tempi di valutazione e di concedere automaticamente l’esenzione trascorsi 30 giorni dall’invio della domanda.
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L’EIC Board propone una revisione degli obiettivi strategici al 2027 – Il board dell’European Innovation Council – il gruppo di esperti indipendenti con funzione di advisory sull’EIC– ha proposto un aggiornamento degli obiettivi strategici per il periodo 2021-27. Alla luce dei risultati dell’azione pilota – lanciata nell’ultimo triennio di Horizon 2020 – il board propone di adottare obiettivi più ambiziosi e di ampio respiro, indicando per ognuno di essi gli indicatori (KPIs) che consentiranno di monitorarne l’avanzamento. Tra le priorità indicate dal board, la necessità di rafforzare la reputazione dell’EIC come investitore di riferimento per le start-up europee e di raggiungere l’eccellenza operativa nell’implementazione dei diversi programmi gestiti dall’Agenzia EISMEA. Si sottolinea anche la necessità di coinvolgere gruppi sottorappresentati negli ecosistemi innovativi, con particolare riferimento alle donne imprenditrici. La seconda edizione dell’iniziativa Women TechEU contribuirà in tal senso investendo 10 milioni di euro e offrendo servizi di supporto a 130 start-up a guida femminile. Le candidature sono aperte fino al 4 ottobre 2022.
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La nuova KIC dell’EIT su industrie e settori culturali e creativi – L’Istituto europeo di innovazione e tecnologia ha istituito una nuova Knowledge and innovation community (KIC) dedicata alla cultura e alla creatività. Si tratta della nona KIC ad entrare nella rete EIT, una comunità di hub locali pensati per aggregare partner pubblici e privati, favorendo così l’innovazione nei settori strategici per l’Ue. La KIC cultura e creatività verrà gestita dal consorzio ICE – Innovation by Creative Economy – capitanato dall’istituto tedesco Fraunhofer-Gesellschaft e con il supporto di 50 partner provenienti da venti paesi diversi, tra cui quattro organizzazioni italiane. L’obiettivo dell’iniziativa è di valorizzare il potenziale innovativo dell’industria culturale e creativa europea, contribuendo così alla crescita del settore e al rilancio post pandemia. Il consorzio dispone di un finanziamento inziale di 6 milioni di euro per l’avvio delle attività. A pieno regime, il finanziamento sarà aumentato e potrà e potrà raggiungere circa 70 milioni di € all'anno. Parallelamente alla nuova KIC, l’Istituto ha annunciato la nomina di sette nuovi membri del board di governo; l’organo che supervisiona l’orientamento strategico dell’EIT, seleziona le KIC e monitora le rispettive attività. Inclusa tra le nomine anche l’italiana Maria Gabriella Colucci, CEO dell’azienda biotech Arterra BioScience e vincitrice dell’Women Innovator Award 2018.
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A che punto siamo con il rinnovato partenariato Chips JU – Nell’ambito della legge europea sui semiconduttori (Chips Act), il pacchetto iniziative presentato lo scorso febbraio per rafforzare il posizionamento complessivo dell’Ue nel settore dei chip, la Commissione aveva avanzato una proposta di modifica al Single Basic Act, il regolamento che ha istituito lo scorso novembre i partenariati istituzionalizzati di Horizon Europe. In particolare, la proposta incide sulla Joint Undertaking Key Digital Technologies – l’iniziativa erede di ECSEL rilanciata per coordinare gli investimenti nel settore delle tecnologie digitali, che l’esecutivo europeo ha proposto di rinominare in Joint Undertaking. La rinnovata JU, che dovrà focalizzare la strategia di investimento sul comparto dei semiconduttori, vedrebbe la propria missione finanziata con un sostanziale aumento di budget: il partenariato dovrebbe impegnare risorse pubbliche per oltre 8 miliardi di euro rispetto ai 3,6 previsti attualmente (metà provenienti dal bilancio Ue attraverso Horizon Europe e Digital Europe, metà dalle casse degli Stati membri). La modifica al partenariato KDT è ora oggetto di negoziazione in Consiglio e Parlamento e segue la procedura legislativa di consultazione, secondo cui è il Consiglio ad adottare l’atto dopo aver raccolto un parere non vincolante degli eurodeputati. La Presidenza ceca – che prenderà il via ufficialmente il 1° luglio (ci torniamo più avanti) - punta a concludere il negoziato ed istituire quindi la rinnovata JU a dicembre, in occasione dell’unico Consiglio Competitività - Ricerca previsto nell’ambito del semestre
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L’ERC valuta l’introduzione del lump-sum a partire dal 2024 – Il Consiglio scientifico dello European Research Council ha proposto - nel corso della recente sessione plenaria - di sperimentare l’utilizzo del lump-sum negli advanced grants a partire dal 2024. L’approccio lump-sum – che si basa sull’assegnazione di una somma forfettaria al beneficiario del finanziamento e non sulla rendicontazione e rimborso dei costi reali, metodo applicato di norma nell’ambito dei programmi quadro – è un meccanismo che la Commissione vorrebbe estendere significativamente in Horizon Europe (ben al di là dell’ERC) a partire dal prossimo anno in un’ottica di semplificazione delle procedure amministrative. La decisione dell’ERC è tuttavia soggetta ad alcune pre-condizioni quali la necessità di salvaguardare l’autonomia del Principal investigator e di non richiedere il raggiungimento di milestone o deliverables. Per chiarire la posizione finale dell’ERC sulla questione occorrerà attendere i prossimi sviluppi e – in definitiva - la pubblicazione del Programma di lavoro 2024, attesa metà 2023.
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La Commissione apre all’associazione di Singapore a Horizon – Signe Ratso, vice direttrice generale della DG R&I e negoziatrice in capo per gli accordi di associazione a Horizon Europe, ha recentemente visitato Singapore per esplorare la possibilità di rafforzare la partecipazione della città-stato al Programma quadro. Tra le opzioni sul tavolo figura sicuramente l’associazione, che portebbe Singapore a partecipare Horizon a condizione simile rispetto agli Stati dell’Unione; tuttavia la Commissione non ha confermato l’avvio delle negoziazioni esplorative, come avvenuto fin qui per Canada, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone – Horizon Europe prevede infatti, a differenza di Horizon 2020, la possibilità di associarsi al programma, al rispetto di determinati criteri, anche per i Paesi non compresi nelle politiche di vicinato. La notizia pare confermare la strategia della Commissione – accelerata dal conflitto in Ucraina – per rafforzare la dimensione internazionale di Horizon e favorire la cooperazione con i paesi che condividono i valori democratici dell’Ue. Quest’ultimo aspetto potrebbe tuttavia rappresentare un ostacolo alla potenziale associazione di Singapore: pur non essendo un regime totalitario, le libertà politiche e civili dei cittadini rimangono fortemente limitate.
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Verso lo sviluppo di un Cloud per il patrimonio culturale europeo – La Commissione ha aperto un dialogo con gli Stati membri per discutere della creazione di un Cloud collaborativo per il patrimonio culturale, che possa supportare la salvaguardia del patrimonio culturale europeo grazie all’utilizzo di infrastrutture digitali, favorendo inoltre una cooperazione trans-settoriale su vasta scala tra il settore tecnologico e il settore culturale e creativo. Con un budget di 110 milioni di euro proveniente dai fondi di Horizon Europe, il cloud collaborativo si pone l’obiettivo di innovare e digitalizzare il settore artistico e culturale, e aumentare la collaborazione e la condivisione di informazione tra gli Stati membri in modo da favorire la preservazione, conservazione ed il restauro del patrimonio culturale europeo. Secondo l’ex-ante impact assesment commissionato da DG R&I, il Cloud collaborativo per il patrimonio culturale potrebbe essere un’occasione unica per permettere ad istituzioni piccole o remote di avere accesso a tecnologie innovative e quindi di digitalizzare le opere ed il patrimonio culturale che conservano.
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La Corte dei conti sulle azioni Widening di Horizon 2020 – La Corte dei conti europea - l’organo preposto ad accertare la sana gestione finanziaria dei conti dell’Ue - ha pubblicato un’analisi delle azioni Widening implementate attraverso Horizon 2020. Si tratte delle misure introdotte per favorire la partecipazione nel Programma quadro dei paesi con le performance più deboli in termini di ricerca e innovazione. In totale – si legge nel report - sono stati investiti 935 milioni di euro a sostegno dei progetti widening, pari all’1,2% del budget totale di H2020. Complessivamente la Corte ritiene le misure in questione adatte a raggiungere gli obiettivi preposti, ma insufficienti per innescare dei risultati sostenibili. I progetti widening sono infatti considerati un valido catalizzatore, a cui tuttavia devono seguire riforme e investimenti a favore dei sistemi di R&I nazionali. In assenza di un impegno concreto da parte dei governi nazionali – continua il documento - gli effetti delle misure rischiano di avere un impatto limitato. La Corte raccomanda quindi di rafforzare l’utilizzo del Policy Support Facility, l’iniziativa della Commissione a sostegno dei sistemi di R&I nazionale.
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La nuova Agenda per l’innovazione attesa la prossima settimana – La Commissione presenterà il prossimo 5 luglio una nuova agenda europea per l’innovazione, l’iniziativa annunciata più volte dalla Commissaria Gabriel nei mesi scorsi come punto d’arrivo della riflessione sull’elaborazione di nuove politiche per l’innovazione. Stando alle prime anticipazioni, l’obiettivo dell’Agenda è di superare le barriere che limitano il potenziale innovativo europeo, aggregando politiche, investimenti e strumenti che conducano ad un cambiamento sistemico. In particolare, le cinque barriere individuate dalla Commissione nella roadmap sono: l’assenza di investimenti last-stage, un quadro normativo non sempre favorevole all’innovazione, la frammentazione dell’ecosistema innovativo europeo, i livelli differenti di capacità innovative tra regioni e le difficoltà a formare ed attrarre talenti imprenditoriali. Tra le misure proposte, la Commissione valuta l’utilizzo di laboratori normativi dove sperimentare l’interazione tra tecnologie emergenti e approcci regolamentativi. Tra le azioni possibili, anche l’incentivo a partnership innovative regionali che facilitino lo scambio e la connessione tra ecosistemi locali, con particolare attenzione alle regioni ancora carenti sul fronte innovativo.
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Sinergie e infrastrutture di ricerca tra le priorità della Presidenza ceca – L’avvicendamento in Consiglio tra la Presidenza francese e quella ceca – che avverrà ufficialmente venerdì prossimo – porta con sé conseguenze anche sulle priorità di ricerca e innovazione. Il programma complessivo anticipato da Praga risente necessariamente dei recenti sviluppi geopolitici nel Continente: i cinque obiettivi presentati rispondono infatti largamente alle priorità sollevate dal conflitto in Ucraina: ricostruzione post- bellica, sicurezza energetica, capacità di difesa europea, resilienza economica e solidità delle istituzioni democratiche. Sul fronte della ricerca e dell’innovazione - seppur non direttamente menzionate nelle cinque priorità - le prime anticipazioni sottolineano che le ambizioni della Presidenza ceca si focalizzeranno principalmente sul tema delle infrastrutture di ricerca e tecnologiche e delle sinergie tra Horizon e altri programmi di finanziamento.
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Infrastrutture di ricerca: le conclusioni e una conferenza dedicata – La Presidenza ceca sembra intenzionata a valorizzare i risultati e le attività del Forum strategico sulle Infrastrutture di ricerca (ESFRI), concretizzando a livello politico le raccomandazioni incluse nell’ESFRI white paper 2020 e nello Strategy Report on Research Infrastructures 2021. L’obiettivo è formalizzare l’impegno degli Stati Membri a contribuire alle priorità indicate dall’ESFRI attraverso delle conclusioni dedicate, presumibilmente da discutere e approvare nel corso del Consiglio competitività previsto per il mese di dicembre. Parallelamente, la Presidenza intende catalizzare le discussioni sul tema infrastrutture organizzando un evento dedicato: l’International Conference on Research Infrastructure 2022 (ICRI), nel quale presentare la Dichiarazione di Brno sulle infrastrutture di ricerca. Commissione e Parlamento europeo sembrano guardare con interesse al tema, ponendo inoltre l’accento sulle infrastrutture tecnologiche. Sia la Commissaria Mariya Gabriel che l’eurodeputato tedesco Christian hanno sottolineato la necessità di mappare le infrastrutture tecnologiche disponibili a livello europeo e sviluppare una strategia di valorizzazione e sviluppo.
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Sinergie: la conferenza di Praga (e l’evento del GIURI) – Sul tema delle sinergie tra Horizon e altri programmi la Presidenza Ceca organizza l’evento Conference on Synergies in the Research and Innovation Funding in Europe che si terrà il 7 e l’8 luglio a Praga: l’obiettivo è presentare e valorizzare, tra le altre cose, le attese linee guida sulle sinergie tra Horizon e i fondi strutturali che la Commissione dovrebbe pubblicare a stretto giro. Attesa ai margini dell’evento, che vedrà la partecipazione dei rappresentati degli Stati membri e della Commissione, la presentazione di una dichiarazione congiunta sul tema delle sinergie. Si discuterà di sinergie anche nel corso dell’evento “Le sinergie tra Horizon Europe, i fondi strutturali e altri programmi: incontro operativo”, un momento di discussione organizzato dal GIURI in collaborazione con il Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome a Bruxelles. Interverranno, tra gli altri, Jean Eric Paquet, Direttore generale della DG Ricerca & Innovazione della Commissione europea, rappresentanti delle istituzioni europee, del governo italiano e delle regioni. È possibile registrarsi al seguente link.
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Il G7 tra cooperazione scientifica e spinte anti-cinesi – La riunione dei Ministri della ricerca del G7 – tenutasi il 13 giugno a Francoforte - si è conclusa con la formulazione di tre principi strategici: promuovere la libertà, l’integrità e la sicurezza accademica. Nella dichiarazione finale i ministri hanno ribadito l’importanza di promuovere ed incentivare la cooperazione scientifica con i partner internazionali nel pieno rispetto di un regime di trasparenza e reciproca fiducia. Tra le altre cose, la Ministra Tedesca della Ricerca Stark-Watzinger, ha esortato tutti i paesi del G7 a prestare più attenzione alla cooperazione scientifica che enti appartenenti a paesi del G7 instaurano con istituzioni di stati con regimi autoritari. Negli ultimi due decenni diverse università e enti di ricerca europei hanno ad esempio collaborato più o meno consapevolmente con le forze armate cinesi alla pubblicazione di diverse ricerche e paper scientifici, che avrebbero aiutato la Cina nello sviluppo di tecnologie per uso militare.
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Presentata la prima versione del documento Materials 2030 Roadmap – Nel corso della conferenza IndTech2022 – l’evento sulle tecnologie industriali organizzato dalla Commissione in collaborazione con la Presidenza francese al Consiglio dell’Ue – è stata presentata la prima versione della Materials 2030 Roadmap. Il documento traduce a livello operativo gli obiettivi del manifesto “Materials 2030”, consegnato alla Commissaria Mariya Gabriel lo scorso febbraio. L’ambizione è sviluppare un ecosistema europeo dei materiali che guidi la trasformazione verde e digitale incentivando la collaborazione tra ricercatori, produttori, utilizzatori finali e cittadini. La roadmap presenta le aree di ricerca prioritarie per lo sviluppo dei materiali nei nove settori industriali considerati strategici per l’Ue. Vengono inoltre definiti i passi successivi per sviluppare l’iniziativa: a partire da giugno, verrà istituito il gruppo di coordinamento per promuovere la roadmap e strutturare la governance dell’iniziativa. Si procederà quindi con una consultazione mirata degli stakeholder per poi avviare – a partire dal 2023 - le azioni di coordinamento e supporto dei partner attivamente coinvolti nello sviluppo dei materiali avanzati.
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Digital Innovation Hubs: “annunciati” i vincitori della call europea (e i beneficiari del Seal of Excellence) – La Commissione ha finalmente annunciato i numeri dei progetti vincitori del bando europeo sui Digital Innovation Hubs (DIH) – la lista italiana era stata diffusa già informalmente nelle scorse settimane. Sulle 41 proposte presentate a livello italiano, sono 17 i progetti selezionati che beneficeranno quindi sia del finanziamento europeo che del co-finanziamento nazionale (la firma del grant agreement è prevista il prossimo novembre). 13 sono le proposte italiane (su un totale di 82) che hanno invece ricevuto il Seal of Excellence – questi DIH potranno entrare a far parte della rete EDIH e ricevere supporto dal Digital Transformation Accelerator una volta ottenuto un finanziamento alternativo a quello della Commissione (solitamente dal proprio Stato membro, attingendo ai fondi strutturali o ai finanziamenti dei PNRR). A livello italiano non sono ancora definite le modalità con cui verranno supportati i 13 DIH beneficiari del SoE né chiarita la sorte degli 11 progetti esclusi.
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Il team APRE di Bruxelles
a cura di Mattia Ceracchi, Nicola Soloperto e Francesca Brunello
Scrivici: bruxelles@apre.it
APREbrussels è il canale d’informazione dedicato ai Soci APRE che arriva direttamente da Bruxelles. Il programma quadro, il mondo europeo della R&I e non solo raccontati dalla capitale dell’Unione.
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